Infingardi – Compagnia delle Indie (1994)
Motto: Bordanc… dia’ne!
 | Presidente honoris: Jacopo Mazzei Presidente: Michele Gristina Consigliere:Â Duccio Tirindelli Consigliere: Antonio Baccani Colori:Â incredibili (rosa quasi fuxia) |
Lo stemma
Un avvoltoio, mascotte infingarda, tira un calcio ad un pallone grigio-nero, come i vecchi colori. Ai suoi piedi la data di fondazione, 1994. Su uno sfondo incredibile (rosa quasi fuxia), troneggia la scritta Infingardi, accompagnata dal nuovo alias ”Compagnia delle Indie”, il cui marchio inconfondible abbraccia lo stemma infingardo.
La storia
Era il 1995 quando il Trio Villoresi-Geppo-Tirindelli decise di fondare i Viados, sui resti dei defunti Peti. Un’annata in cui l’unica vittoria contro i Dirrei Drammatici rappresentò un vero trionfo!
L’anno successivo è l’anno della svolta. Da una fusione tra i sopravvissuti dei Viados e le primedonne degli Umidi, nacquero i Fluidi Ficanti, che probabilmente detengono tuttora un Record difficilmente sgretolabile in Chaltron: 10 partite giocate 10 vittorie. Di quell’anno si ricorda certamente la Semifinale contro i Falloni (da 0-2 a 3-2 finale…) e la bellissima vittoria della coppa più ambita in finale contro i Falloppiani. Squadra imbattibile. Annata indimenticabile.
Ma una squadra nata così, doveva anche morire così, per non rovinare il bellissimo ricordo. Il vecchio gruppo Viados e quello Umido decidono di comune accordo di prendere 2 strade diverse: nasceranno gli Aston Ronzi sulla sponda Umida e gli Infingardi su quella dei Viados.
L’idea infingarda nasce dal connubio tra il Trio fondatore (cui nel tempo si è aggiunto Andrea Gasperi, il Tibu…), composto da Villoresi, Tirendelli e Geppo, con il vegetale vagabondo per eccellenza: Mingardi.
Il progetto è meraviglioso, le ambizioni giuste per fare una buona Bassa. E così fu. Ma l’anno successivo, siamo nel 1998, le Sirene vegetali (che si sarebbero uniti con gli storici Rivali Umidi…) richiamano il Minga a fare la punta (poi ala destra per tutto il torneo…). La situazione non è facile ed il numero di infingardi disposti a difendere i propri colori non è sufficiente per formare una squadra. Nella medesima situazione si trovano i Rakkattati, guidati dall’inossidabile Frankino: si decide per una fusione, lanciando un progetto di modeste ambizioni, che prenderà il nome I.R.A. O.d.M. (Infingardi Rakkattati Associati – Orfani del Mingardi). Ma quello si rivelerà un anno meraviglioso, indimenticabile. Si crea un’amalgama indistruttibile che porterà gli I.R.A. alla conquista della Chaltron Bassa in una storica finale vinta ai rigori contro i Desaparecidos.
E’ il 1999. Si ricomincia tutto da capo Si ricreano gli Infingardi con il ritorno del figliol prodigo dalle sponde Vegetali. Nasce l’idea del Fight Club che solo nel 2000 prenderà corpo, facendo cambiare la denominazione sociale della squadra in Infingardi Fight Club. Proprio quell’anno, col ritorno del Gabiria dalle Beghe, il Fight Club si rende protagionista di veri e propri scontri all’ultimo sangue, come quello dei terzi di finale contro i Penati. Riporto qui di seguito un passo del resoconto di quella partita:
fonte: ex sito penato
Quando un esterno chiede cos’è la Chaltron, sono sempre in difficoltà , perché pur non riuscendo a trattenere la mia proverbiale logorrea, finisco per sommergerlo di notizie senza riuscire, almeno in apparenza, a spiegare fino in fondo cos’è che lo differenzia da un’amatoriale qualsiasi. Non basta, infatti, dire che l’arbitro non ha i cartellini, che se faccio cacare (o sono mafioso o turco) parto da 3 a 0, e che giocare una partita di calcio non è certo lo scopo principale per il quale ci si trova all’Affrico.
Per capire la Chaltron, più di mille parole sarebbe bastato essere presenti a questa serata, che già nel programma presentava (……) una partita che si preannunciava violenta, e che non si è smentita.
Nonostante che in quel momento io pensassi solo a trattenere le lacrime per salvare l’onore e fare il duro, capisco il Niermann quando dice che lo sclero del Ginna (puntata folle sulla coscia + deliranti insulti di accompagnamento) su di me è stato “il momento più divertente della partita”. Del resto a me l’immagine di G.P.J che continuava ad arbitrare CORRETTAMENTE anche dopo la seconda aggressione degli spiritati Infingardi ha ricordato Beckenbauer che rientra in campo con la spalla fasciata ai Mondiali del ’70 (?). Anzi, fra i due l’eroe è Guido. Certo che fra quella ragazza della squadra rossa che esprime la sua più alta indignazione per un rigore fischiatole contro con un appassionato e devoto “Arbitro, te lo giuro…”, ed il Minga che per una punizione sulla trequarti stende Guido Paolo al tappeto con un destro-sinistro da paura, c’è la sua differenza. Ven via Michele, e tu’pparevi Ivan Drago!!
Gli infingardi sono questi. Le semifinali raggiunte nel 2003 e nel 2004 fanno da preludio a quello che sarà , 3 anni più tardi, il coronamento del Sogno.
E’ il 2007 e gli INFINGARDI cambiano modo di scendere in campo, si guardano dentro e si guardano fuori…capiscono che l’età non è più quella per puntare tutto sull’imposizione fisica e la violenza contro l’avversario. Capiscono che il requisito che li accomuna tutti, è uno soltanto: l’essere belli belli belli in modo assurdo! E’ così che il Fight Club decide di evolversi (memore delle scorribande inenarrabili di cui si è reso protagonista per 5 anni) per far posto ad un nuovo giovane e affiatato movimento: LA COMPAGNìA DELLE INDIE. Essere belli diventa ora la prerogativa degli Infingardi, il requisito primo per farne parte: è per questo che scelte dolorose ed impopolari vengono prese nei confronti di alcuni illustri tesserati: Biliotti viene venduto per 3 etti di pecorino, il Nofri liquidato per du’ canne, e il Campi degradato da Primo Consigliere a Padre Mormone.
Tutto ciò è il preludio di un grande evento: LA VITTORIA DELLA CHALTRON’S COUP 2007. Con un secco 4-1 sui Caimani, la Compagnìa delle Indie alza il Trofeo più ambito e festeggia per un intero anno solare, ritrovandosi alle ora più impensabili della notte per rivedere il film di questa grande storia.
Il Minga, Geppo, il Tirindelli rappresentano l’ossatura e la continuità col passato di questa grandiosa compagine. Validi innesti come il Ciucci, NeriCorsini, Lillo, Cristiano e il Gabiria hanno reso gli Infingardi più solidi e affiatati negli anni. Baccani è invece il predestinato, colui nelle mani del quale è affidato il futuro e l’onore infingardo.
Il resto è Presente.