Muzzas (1982)
Motto: Rimbotti dacci le coppe
  | Presidente: Giovanni Johnny Marchese Consigliere: Simone Aiazzi Consigliere: -Colori: verde |
Lo stemma
Arriva dopo 25 anni di Chaltron. Quando ci ho pensato non ho avuto dubbi, io credo di poter dire di essere stato la mente lui il braccio, solo a scrivere il suo nome mi vengono i brividi è il nostro magico bomber Marco Aiazzi.
In venticinque anni non sono mai riuscito a trovargli un partner d’attacco compatibile con la sua velocità (a parte Alessandro Batacchi detto bomber) e allora ho creato l’ormai famoso “modulo televisore” riprodotto sullo stemma: tutta la squadra nella nostra metà campo meno ovviamente Aiazzi nella metà campo avversaria, lancio a quest’ultimo poi accendi il televisore e ti rilassi vedendo Aiazzi che ubriaca gli avversari.
La storia
Il nome – Moltissimi chaltroni di oggi non sanno l’origine del nostro nome perchè non hanno conosciuto il mitico Stefano Muzzarelli che nel 1982 creò la nostra squadra. Al momento di scegliere il nome non vi furono dubbi, eravamo i ragazzi di muzza, così veniva chiamato Stefano che decideva la squadra, convocava i giocatori, portava a lavare le maglie e il giorno dopo la partita si presentava in piazza con le pagelle descrivendo accuratamente la prestazione di ogni singolo giocatore.
All’inizio il nostro nome era con il genitivo sassone cioè Muzza’s poi nel corso degli anni è diventato Muzzas. Stefano che da molti anni non vive più a Firenze e che comunque informo costantemente sulle prestazioni della squadra, diciamo che non era tecnicamente fortissimo ma, facendo atletica, anche con discreti risultati, era molto veloce.
Di lui ricordo due incredibili performance: nella penombra di Brozzi una vera rovesciata con goal su un mio cross dal fondo (è l’unica che ho visto in 30 anni di Chaltron) e un rigore battuto all’Affrico nei pressi della bandierina del calcio d’angolo (è quello più lontano dalla porta che ho visto in 30 anni di Chaltron) in una mitica semifinale contro gli Shanana di Nencioni, ora nostro compagno di squadra, vinta dai Muzzas al sedicesimo dico sedicesimo rigore.
IL CURRICULUM CHALTRON Dal 1982 (al 2006
n.d.w.) abbiamo disputato 22 edizioni:
- 3 vittorie di alta
- 1 vittoria di bassa
- 7 finali di alta
- 1 finale di bassa
- 12 semifinali di alta
- 3 semifinali di bassa
La prima vittoria di alta nel 1988 in finale contro i Badiles vinta 1 a 0 con rete di Terrosi.
La seconda vittoria di alta nel 1991 in finale sempre contro i Badiles vinta ai rigori dopo un pareggio per 1-1 nei tempi regolamentari con sinistro fulminante di Loppi su passaggio di Sandrino Marsicola.
La terza, incredibile, con media di 40 anni in campo, nel 2002 dopo undici anni dall’ultima vittoria, vinta al decimo rigore contro i Penati.
L’ultima ma la prima di bassa quest’anno (2006 n.d.w.) nella finale contro i Kaimani.
Partite storiche – Io le ricordo tutte e di molte saprei descrivere anche i goal ma, a parte le finali vinte, segnalo:
- semifinale 1987 Muzzas – Pippas disputata alla Reman; finì 0-0 dopo i regolamentari e vincemmo ai rigori dopo un assedio di 80 minuti dove Mannelli e Ceruti ci fecero letteralmente impazzire e colpirono una quantitĂ industriale di pali e traverse. Celebre il detto inventato da Tesi nell’occasione “ chi di Fedi ferisce di Fedi perisce”, detto per noi presagio di sventura poi realmente avveratasi. Infatti Tesi contestava la valutazione del mitico Fedi nostro arcigno difensore che in finale la combinò grossa!!!
- Finale 1987 Muzzas – Pittifalli vinta da questi ultimi 3 a 2; di questa partita esiste un filmato che forse non basterebbe per descrivere cosa avvenne. Dopo due nostri legni passarono in vantaggio i Pittifalli con rete di sinistro al volo di Tutino che era un destro ( ma il peggio, per noi, doveva ancora accadere ); dopo il nostro pareggio di Andrea D’Alessandro, grande centrocampista che ero riuscito a sottrarre ai Vulvantes con un’abile operazione di mercato, il mitico Fedi che si trovava all’interno della lunetta di centrocampo, a seguito di rinvio del portiere pittifallo si gira verso il nostro portiere e fa partire un pallonetto da circa 50 metri che si insacca alle spalle dell’incredulo Lucianone Ignesti. Nel filmato questo episodio non esiste piĂą, non ho mai capito chi l’ha cancellato, si vede solo Fedi a terra con le mani che si coprono la faccia ed io che lo vado a consolare. Colpimmo un altro palo, vi fu un salvataggio di Tomzi in tuffo di mano sulla linea, fino a quando si arrivò al drammatico minuto finale. Punizione di seconda per noi dalla metĂ campo, mi avvicino a Terrosi e quasi ci litigo perchè gli dico di tirare in porta. Lui tira e il portiere Pittifallo Bottaro, che giĂ si era distinto nel corso della partita per alcuni pregevoli interventi tra i quali ricordo, come fosse ora, un rinvio di stinco sinistro dopo un tentativo di colpire al volo di destro, tocca la palla che finisce in rete. Fabrizio Terrosi mi ha sempre ricordato che sotto la tribuna dell’Affrico mi ha visto piangere per la gioia. Gioia stroncata prematuramente nell’azione successiva quando Tutino colpiva la palla di sinistro per la seconda volta in vita sua e insaccava all’angolino alto per l’immeritata vittoria pittifalla sulla quale metteva il sigillo l’arbitro Chiari che nel recupero non concedeva un rigore a seguito di un intervento da pallavolista di Lebronato, che si vede chiaramente nel filmato, dopo una punizione battuta da un altro dei nostri giocatori simbolo Marco Noferi detto il barone che io però avevo soprannominato “Uribe” ex giocatore mi sembra del Cagliari
- Terzo di finale anni ’90 Falloni – Muzzas 4 a 3; ci basta il pareggio, a cinque minuti dalla fine perdiamo 3 a 1 ma Maurino Noferi, fratello di Marco inventa due miracoli e ci porta sul 3 a 3. Nel recupero punizione per i Falloni che l’arbitro fa ripetere addirittura tre volte; alla terza il solito Monnini ce la impozza per l’ennesima volta. Ho tentato piĂą volte nel corso degli anni di acquistarlo per evitare l’inevitabile rete annuale su punizione; niente da fare sarĂ per la prossima vita…
- Finale Badiles – Muzzas 3 a 2; il primo tempo finisce 3 a 0 per i Badiles ma l’orgoglio Muzzas ci riporta sul 3 a 2. Nel recupero fallo di Paparo su Aiazzi quasi all’altezza del dischetto del rigore, l’arbitro Alessio Sangiovanni ci concede tra l’incredulitĂ degli stessi avversari una punizione dal limite. Altro pianto…
- Finale di Bassa 2006 Muzzas – Kaimani vinta ai rigori dopo lo 0 a 0 dei regolamentari. Ancora stento a crederci, fa il paio con la partita del 1987 con i Pippas, ancora tremano i pali e le traverse della nostra porta, credo che nel secondo tempo abbiamo fatto un cross e mai un tiro in porta, ma abbiamo vinto. Anche questa volta avevo le lacrime ma di gioia…
Giocatori storici - Per me i giocatori che hanno vestito la gloriosa casacca verde dei Muzzas sono tutti “storici”, li ricordo tutti con affetto e non finirò mai di ringraziarli per le serate cialtronesche passate insieme.
Ovviamente non potrò parlare di tutti ma anche quelli di cui non parlerò sanno benissimo che non potrò mai dimenticarli come spero loro non si dimenticheranno di aver indossato la nostra maglia:
JOHNNY – Ho giĂ parlato di Muzza quindi credo di dover dire qualcosa di me. Pochissimo perchè giĂ sapete tutto. Ho esordito nel 1976 e da quell’anno, oltre ai trofei conquistati con i Muzzas ho disputato una finale con i Vulvantes ed una finale con i Pittifalli, in tutto 10 finali, non male!!!
Da 30 anni sto inutilmente cercando di affinare le mie qualità calcistiche e da maggio a luglio io ci sono sempre. A parte quando ero infortunato credo di aver saltato due sole partite, ovviamente non decisive, una ero negli usa con mia moglie, l’altra alle 20.00, mezz’ora prima della partita, si era ricoverata all’ospedale mia madre.
Quando dovevo decidere la data del matrimonio nel 1995 ho detto a mia moglie che era meglio la fine di luglio…
Il goal che ricordo con più piacere è quello che ho fatto negli ultimi minuti in un terzo di finale contro i Pippas; dopo aver vinto un contrasto con Bencreati esplodevo il “cureggione” dal limite e via in semifinale ai danni di Tesi, ora diventato, per motivi a me oscuri, Codreani.
Il mio sogno nel cassetto: veder piangere mio figlio Gabriel(e) Omar con la maglia numero 7 dei Muzzas.
E se ancora non l’avete capito mi commuovo facilmente sia quando vinco che quando perdo…
MARCO AIAZZI – Mi mancano le parole, del modulo televisore ho giĂ detto.
E’ il bomber dei due millenni, il giocatore più veloce che si sia mai visto in Chaltron, autore di goals fantastici ed impossibili, il giocatore simbolo dei Muzzas.
“Son contento solo se posso giocare nei muzzas e sognar non è da pazzi con il bomber Marco Aiazzi”, cantano i Muzzas negli spogliatoi e anche mio figlio a casa.
Ma il nostro bomber, oltre che giocatore immenso, ha dimostrato anche di essere un grande uomo, reagendo con forza incredibile alla grave malattia che lo ha colpito e scendendo in campo anche quest’anno (n.d.w. 2007).
Quando deciderò di giocare la mia ultima partita quella sarĂ con il mio bomber…
FABRIZIO TERROSI – Considerato ingiustamente un cattivo il mio “pupillo” ha esordito nei Muzzas nel 1986 raggiungendo la semifinale contro gli erotika dove venne espulso. Un pilastro del centrocampo Muzzas; nel 1987 realizza il goal del 2 a 2 nella finale con i Pittifalli, nel 1988 il goal della vittoria nella finale contro i Badiles, ancora in goal nella finale 1990 contro i Vulvantes e nel 1991 dove insacca uno dei rigori nella vittoriosa finale contro i Badiles (tra gli altri in goal su rigore anche Franchino, giornalista indiscusso di Piazza della Vittoria).
AUGUSTO DOSSENA – Anche lui, arcigno difensore, in campo fin dalla prima finale del 1987 è entrato di diritto tra i giocatori che hanno fatto la storia dei Muzzas. Celebre la sua auto espulsione subito da me commutata in sostituzione dopo un “cartone” affibbiato all’arbitro nella finale 2001 contro i Vegetali.
SANDRO LOPPI – E’ sicuramente il giocatore che ha fatto piĂą doppi passi nella storia della Chaltron. Celebre, soprattutto in gioventĂą, per i suoi dribbling ubriacanti e per il suo sinistro fulminante. Ricordo che a Brozzi battuta la palla al centro scartò un nugolo di “bambini” depositando la palla in rete. Un anno alla prima partita arrivò sul fondo sempre dopo la battuta al centro scartando numerosi avversari ma non riuscì a concludere per un guaio muscolare. Lo rivedemmo l’anno dopo…
SIMONE AIAZZI – Da circa 15 anni difende la porta dei Muzzas e, se all’inizio era solo il fratello del bomber, successivamente con le sue parate si è ritagliato uno spazio importante all’interno della nostra squadra. E’ ancora arrabbiato con me perchè, circa dieci anni fa, in occasione della giĂ citata gara contro gli Shanana vinta al sedicesimo rigore andai ad abbracciare il nostro ultimo rigorista invece di lui che aveva parato una paccata di rigori.
MAURO NOFERI – Entrato in Chaltron all’inizio degli anni ’90 come fratello di Marco con la famosa regola dei fratelli da me fraudolentemente inventata ed ancora in vigore. Un vero e proprio gladiatore autore anche di goal bellissimi e decisivi.
I DUE IMBRENDA – Anch’essi, padre e figlio in campo dai primi anni ’90 hanno costituito una formidabile coppia centrale. Da segnalare l’etĂ , solo anagrafica, del leggendario Tonino che è del ’47.
ALTRI GIOCATORI STORICI – Ho giĂ citato Andrea D’Alessandro, Marco Noferi, Fabio Fedi, Sandro Marsicola, Alessandro Batacchi, Lucianone Ignesti e Franchino il giornalaio. Ricordo poi tra gli altri Leonardo Cherubini, il portierone Massimo Conti che usciva dall’area a testa alta, Luca Mosiici ma soprattutto due pilastri della difesa quali Fabio Nardi libero talentuoso al quale il giorno dell’esordio avevo raccomandato di non esagerare e che al calcio d’inizio fece tre tunnel consecutivi meritando un bel dieci di valutazione e Alessandro Maltagliati grande terzino sempre presente. Alcuni avversari sono poi diventati validissimi compagni di squadra quali Stefano Becocci terzino eccezionale… Giacomo Poma il quale oltre a correre e giocare bene ha mandato a quel paese praticamente tutti i muzzas, Ferdinando Galassi attaccante generoso e Silvio Orlandi.
Leggendo queste righe, non avendo ancora visto il suo nome, si sarà arrabbiato come quando mi voleva “tirare” perchè lo avevo lasciato inizialmente in panchina nella finale del 2002. L’altra sera pochi minuti prima della finale con i Kaimani era a tavola vicino al campo che si gustava una pizza. Chi può essere se non il mitico Paolino Butera idolo della tribuna chaltrona con l’appellativo di Edmundo?
Infine non posso non ricordare chi ha creato questo splendido giocattolo che da 40 anni ci fa divertire tantissimo. Grazie Luigi.
Ma lo sapete che chi ha inventato la Chaltron’s si chiama Luigi Rimbotti?