…ma c’è una cosa che li accomuna: sono "Dantex", ovvero hanno respirato l’aria austera delle aule e degli androni del più glorioso Liceo d’Italia: il "Dante" appunto, lo stesso che in passato respinse Pascoli e forgiò il carattere di Francesco Baracca.
Le sbiadite foto lo raccontano sparuto edificio quasi isolato ai margini di quella campagna oggi diventata uno dei quartieri semicentrali di Firenze. I giorni d’oggi ci parlano ancora di un’atmosfera severa e quasi palpabile, di una sobrietà dai toni smorzati, di alti e pesanti cancelli che sembrano schiudersi su un mondo speciale.
Un liceo "bene"? Forse, ma non troppo.
Un’istituzione? Può darsi, ma non basta.
E infatti per l’ennesima volta i suoi ex si ritrovano per celebrare e celebrarsi in una kermesse che miscela sacro e profano, cultura e goliardia, amarcord e sghignazzi: un torneo di calcio "alla meno" ormai entrato a buon diritto fra le leggende fiorentine, con la sua formula assolutamente inimitabile che è una via di mezzo fra il calcio in costume ed il palio di Siena.
E quando ancora non si saranno spente le polemiche (e in compenso si saranno riattizzate antipatie vecchie di decenni e rinnovate amicizie nate sui banchi di scuola) inizierà di nuovo il lavoro degli organizzatori, per iniziative che saranno fantasiose, geniali, cervellotiche, solenni, serie ed esilaranti al tempo stesso. Con ironia feroce a volte, rigidissima compitezza altre, tutti contribuiranno così a tenere vivo quello che piace definire "lo spirito".
Qualche dubbio in poposito? Nessuno: sono "Dantex"!